“Il ricamo è il sussurro di donne centenarie
nel cuore di una donna moderna.
È un’arte per comunicare, per raccontare, per fissare
l’infinito labirinto della vita nello spazio finito di una tela.”
(dal web)
Il ricamo nasce come un ornamento decorativo rivolto a rendere la camicia il capo più raffinato. Sottolineando in modo unico l’identità locale, il ricamo viene chiamato “punto di Teulada” proprio perché tipico del territorio. Le due tecniche utilizzate sono: il punt’e nu’, che in passato veniva ricamato sul lino locale tessuto a telaio con lo stesso filo di lino, e il punt’a brodu che realizza motivi di ornato finissimo su sottili tele bianche di cotone.
Punt’e nu’
Le figure utilizzate in questo genere di ricamo, che viene adoperato esclusivamente nella camicia maschile, sono i tipici motivi sardi dalla forma geometrica e dal significato simbolico che compaiono negli intrecci dei canestri, negli intagli delle cassapanche, nelle decorazioni delle ceramiche e nelle tessiture dei tappeti. Alcuni esempi possono essere “su caboniscu” (il galletto), “sa prama” (la palma) e “s’arenada” (la melagrana).
Per realizzare questa tecnica si parte dal segno base “su nu’” (il nodo) per creare le figure che delimitano lo spazio che la ricamatrice arricchirà, poi attraverso alcune fasi note come “su sterrimentu”, “sa torradura” e “su prenimentu” verrà completato il disegno.
Punt’a brodu
Le figure utilizzate in questo ricamo, che viene adoperato soltanto nella camicia femminile, sono ispirate al mondo animale e vegetale, come ad esempio “su caboniscu” (il galletto) e “is follittasa” (le foglie), ma il loro stile è diverso da quello del punt’e nù e dall’artigianato sardo in generale. Lo stile arabeggiante ricorda, infatti, quello dei tappeti persiani e il risultato del lavoro assume un effetto broccato. La differenza dello stile dipende dalla “mano” della ricamatrice e dal suo gusto personale, in quanto non esiste alcuna regola che vincoli l’esecuzione.